Sudan, quo vadis?
Come siamo arrivati ad oggi?
2019: Transizione. Che vuol dire? Ricostruire un intero sistema politico e sradicare l’eredità di al-Bashir.
Con la dissoluzione del Partito del Congresso nazionale la necessità era quella di creare un nuovo partito e di elaborare un nuovo sistema elettorale.
Il conflitto si è intensificato dopo mesi di tensione tra il Consiglio al potere, dominato dall’influenza dell’esercito sudanese del Generale Abdel Fattah al-Burhan ed il generale Mohammad Hamdan Dagalo (aka Hemedti) il vice comandante del Consiglio e comandante del Rapid Support Forces (RSF), una organizzazione paramilitare composta principalmente dalle milizie Janjaweed che hanno combattuto in vece di Khartoum durante la guerra in Darfur.
Né la leadership militare né l’opposizione hanno una chiaro programma per affrontare la grave crisi economica, pur tuttavia ritornare ad un governo civile potrebbe attrarre nuovi ingenti aiuti.
Ibril Ibrahim, ex leader ribelle ed odierno ministro delle finanze, ha pianificato di compensare il deficit finanziario attraverso la tassazioni e i profitti derivanti dall’oro. La Banca Centrale del Sudan indica dei progressi in relazione all’aumento delle esportazioni d’oro, ma è troppo presto per capire se ciò bilancerà la perdita di introiti dei donatori internazionali. Dopo il coup del 2021, gli Stati Uniti, la Banca Mondiale, la Germania e altri alleati americani hanno congelato i pacchetti di aiuto a Khartoum. Il rilascio di fondi é condizionato al ripristino del governo civile. Realizzare l’accordo quadro sbloccherebbe molti aiuti necessari per far fronte al rapido aumento dei prezzi del cibo, alla caduta della moneta sudaneseed anche alla scarsità di elettricità.
L’esercito sudanese guidato da al-Burhan che ha condotto il coup militare nel 2021 ha fermato la transizione democratica.
Anche se Dagalo e le RSF prevalessero nel conflitto, è probabile che si apra un lungo periodo di instabilità che posticiperà la transizione pianificata.
Tale accadimento avrà presumibilmente la conseguenza di proteste di massa tra la popolazione a cui è stata promessa la democrazia dalla caduta di Bashir nel 2019.
I leader militari che hanno deposto Bashir nel 2019 dapprima hanno condiviso il potere con i leader civili, poi sia al-Burhan che Dagalo al tempo uniti, riprendono il potere attraverso un altro coup militare nell’ottobre del 2021 e cancellano il trasferimento di potere promesso. Le proteste pubbliche hanno come risultato una negoziazione verso un accordo che prevede che i militari si ritirino dalla politica e banditi da affari non – militari. L’accordo quadro firmato nel dicembre del 2022, include una revisione dell’apparato di sicurezza che alla fine conduca ad un esercito nazionale professionale unito e la nomina di un Primo Ministro che formerebbe un governo per condurre il Paese alle elezioni in un termine di due anni. L’11 aprile 2023 era la data prevista per l’avvio del piano di transizione democratica, quarto anniversario della caduta di Bashir. Al-Burhan ha esitato nella realizzazione del piano, tensioni, e minacce tra lui e Dagalo si sono intensificate fino allo scoppio della violenza del 15 aprile.
La situazione del Sudan inserita nel quadro Regionale ed Internazionale
La violenta lotta di potere è manovrata dai vicini del Sudan, dall’Occidente e dalla Russia.
Il principale vicino del Sudan, l’Egitto vede al-Burhan come una forza stabile ed il Cairo lo sostiene militarmente. La Libia attraverso Haftar – che sappiamo essere sostenuto dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Russia – ha già inviato munizioni al Gen. Dagalo.
Mosca si pone come obiettiv: l’accesso ai porti del mar rosso dal Sudan per le sue navi da guerra e le miniere d’oro. Il Wagner è a capo delle attività russe in Sudan offrendo addestramento ed armi al RSF. Dalgado e il suo RSF controllano la maggior parte delle miniere d’oro.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno dichiarato un valore pari a 1.77 miliardi di dollari di importazioni di oro dal Sudan nel 2020 e tanto quanto il 90% dell’oro del Sudan è trafficato illegalmente fuori dal Paese e spesso convogliato attraverso gli Emirati.
Il leader del Wagner Evgeny Progozhin è proprietario di un’entità (oggetto di sanzioni degli Stati Uniti) M Invest e la sua società sussidiara Meroe Gold opera in Sudan.
Abu Dhabi ha mantenuto delle strette relazioni con Dagalo il quale può contare anche su legami con elementi al di fuori del Paese, incluse le unità del Wagner presenti nella Repubblica Democratica del Congo, dove la PMC russa cerca accesso alle risorse naturali.
Fin dallo scorso anno sono stati compiuti tentativi di mediazione di un nuovo accordo tra i militari e le Forces of Freedom and change – FFC – , il gruppo di opposizione civile creato durante le proteste del 2018-2019.
L’iniziativa principale guidata dalla missione UN a Khartoum, UNITMAS di dialogo indiretto tra FFC e i militari sudanesi ha avuto scarso successo. Prima del coup del dicembre del 2021, si verifica inoltre, una divisione interna al FFC, disaccordo che si amplia quando i gruppi ribelli sostengono la presa al potere da parte dei militari.
Sicurezza transfrontaliera
I conflitti transfrontalieri hanno ripreso il loro ciclo di violenza con scontri tra le milizie etiopi Amhara e le forze sudanesi lungo la frontiere ad est del Paese, che è diventata più sicurizzata dalla guerra nel Tigray.
Quindi?
I leader politici che arrivano al potere attraverso coup militare con maggiore probabilità usciranno di scena attraverso coup. Fondere le RSF con l’esercito sudanese ridurrebbe questo tipo di rischio da coup.
Non vi sono vincitori. Né al-Burhan nè Degalo posso sopravvivere politicamente da sé stessi.