Dicembre 4 2024

Hamas é distrutto?

Hamas distrutto

Il futuro di Hamas, non è determinato in maniera totale, dalla capacità militare e politica, ma anche dalle posizioni degli Stati Uniti e degli attori regionali, che fondamentalmente giocano il ruolo più importante nel plasmare il futuro del movimento.

Dal pieno controllo della striscia di Gaza nel 2007, Hamas si è impegnato a consolidare il suo governo in termini di sicurezza e di governance, mentre contrasta gli sforzi israeliani tesi a indebolire e contenere il movimento. Tali sforzi israeliani includono il blocco aereo, marittimo e di terra quasi totale su Gaza, con l’eccezione di piccole forniture umanitarie controllate e le successive guerre nel 2008, 2009, 2012, 2014, 2018 e 2021 che hanno mantenuto le capacità militari di Hamas nei limiti. Politiche costruite per esacerbare le difficoltà della popolazione a Gaza allo scopo di provocare una ribellione contro Hamas.

Sebbene tali strategie abbiano raggiunto un successo parziale, esse hanno fondamentalmente fallito nell’eliminare Hamas a Gaza. Non solo il gruppo è rimasto al potere, ma ha rafforzato le sue capacità militari, migliorato la sua burocrazia di governo, rafforzato la sua presenza politica all’interno della scena politica palestinese e ha accresciuto le sue alleanze regionali.

Dopo oltre un anno di conflitto, Hamas è stato indebolito nelle aree di comando e controllo militare, nella governance e nella leadership politica non solo perché ha perso Sinwar, ma anche Ismail Haniyeh il leader politico del gruppo al di fuori di Gaza assassinato dagli israeliani a Teheran.

Tuttavia, il movimento funziona ancora come una organizzazione unificata all’interno e all’esterno di Gaza, con una presenza a West Bank così come resta intatta la sua leadership politica al di fuori della Palestina.

Tutto ciò è più che significativo, dati i bombardamenti israeliani su Gaza, sostenuti da un massiccio e mai concluso rifornimento di armi e di sostegno intelligence degli Stati Uniti, che non è mai stato cosi intenso nella storia del conflitto.

Un altro aspetto importante per Hamas è il suo sostegno pubblico all’interno di Gaza, di West Bank e all’estero. Il gruppo è stato sempre vigilante a riguardo e in tutto il suo governo a Gaza ha sempre monitorato il sentimento pubblico per questa ragione.

Due dinamiche principali hanno guidato le fluttuazioni nei livelli di sostegno per Hamas:

  1. la sua posizione come movimento di resistenza contro Israele;
  2. il suo rendimento come partito al governo.

Alle volte, queste dinamiche hanno lavorato a scopi trasversali, con la resistenza che spingeva il sostegno popolare e la funzione di governo che lo minava.

Ricordo (brevemente) l’ideologia del movimento Hamas. Perchè la differenza è tutta qui. Il terrorismo è una tecnica, una tattica, un metodo di violenza politica utilizzato da gruppi estremisti violenti, di qualsiasi ideologia (estrema destra, estrema sinistra, ambientalisti, religiosi, single issue). Per contrastare tali tipologie di gruppo, si può e si deve agire sulla tecnica, vale a dire il terrorismo. Tuttavia, come abbiamo visto per altri gruppi di questo tipo, il contro-terrorismo non porta allo scioglimento del gruppo, alla fine, anzi casomai è vero il contrario anche quando gruppi si scogliono e si riformano sotto altri nomi. (Ne parlerò in un altro post). Dunque, se quello che si vuole raggiungere è l’obiettivo di sciogliere questi gruppi in modo definitivo, ciò che bisogna contrastare è l’ideologia. Essere persuasi che i gruppi estremisti violenti religiosi, come Hamas, ad esempio, non abbiano ideologia e che siano solo “terroristi” (un giorno scriverò di quando sia improprio questo termine), li lascia fiorire, splendere agli occhi di chi si identifica con quella ideologia che conosce, quindi più reclute e possibilmente più alleati e risorse.

L’ideologia di Hamas non è così significativamente diversa dagli altri gruppi islamici della regione, ad eccezione di quanto esso leghi stretto le traversie del territorio palestinese con la capacità dell’uomo di vivere in maniera retta e giusta davanti a Dio. Anche se il sistema di credo di Hamas è centrato sull’importanza della relazione tra uno Stato palestinese e la rettitudine morale, la loro ideologia non è interamente uniforme. Il territorio di cui ha bisogno non è per Hamas uno scopo strategico o politico, ma serve al compimento di un obbligo religioso, come disposto da Dio. L’intero fondamento ideologico della resistenza di Hamas è incastonato nella loro interpretazione del ruolo dello Stato. Lo Stato costruito per permettere all’Islam di fiorire, quando lo Stato è incapace di realizzare ciò, l’Islam è minacciato.

Attenzione! questa è una estrema sintesi dell’ideologia di Hamas. Se volete approfondire davanti a voi si aprono due strade: a. venire all’università nel mio corso, b. leggere una grande quantità di libri scritti da studiosi di questo gruppo che sono in vendita nelle migliori librerie.

Ogni formula politica che intenda affrontare il futuro politico di medio e lungo termine richiederà qualche forma di consenso ovvero un organo eletto. E quando il momento verrà Hamas sarà li.

Tale equazione governance-resistenza sembra aver plasmato la popolarità di Hamas durante l’odierno conflitto. Sebbene molti palestinesi abbiano ammirato la determinazione del gruppo e i risultati militari contro la forza armata più potente del Medio Oriente, hanno criticato il suo fallimento nel preparare i civili palestinesi agli effetti della guerra, incluso la loro protezione da Israele e assicurare un’adeguata fornitura di aiuto umanitario. Hamas si è battuto nell’ultimo anno per rimanere l’attore amministrativo ufficiale per la popolazione a Gaza, malgrado l’implacabile campagna militare israeliana di distruggere i suoi organi civili e la sua struttura.

Hamas non è cessato di esistere come un’entità funzionante, mentre il movimento è certamente seriamente indebolito su tutti i fronti, Israele non sarà in grado di eradicarlo completamente. La natura multipla di Hamas e la misura in cui è legato al tessuto sociale e religioso all’interno della popolazione palestinese gli fornirà spazio e ossigeno per ricostruirsi e riorientrarsi dopo la fine della guerra.

Anche se Hamas sarà totalmente neutralizzato in termini di capacità militare, rimarrà la sua presenza politica e sociale e la reputazione tra i palestinesi.

Il sostegno ad Hamas tra la popolazione palestinese cresce e decresce in diretta relazione con la disponibilità ovvero la mancanza di altre opzioni.

La mancanza di più di tre decadi di processo di pace, l’aumento dell’occupazione israeliana, le annessioni e la crescita di un sistema di apartheid, il senso di abbandono e umiliazione da parte della comunità internazionale, le difficoltà economiche sempre maggiori sia a Gaza che a West Bank, tutti questi fattori hanno portato molti palestinesi alla frustrazione, alla disperazione e alla rabbia e fondamentalmente ad Hamas. Se questa continua ad essere la realtà che travolge ed inghiottisce i palestinesi, allora la ri-nascita di Hamas, o un suo rimpiazzo radicale che prende la stessa bandiera, sarà possibile.

Mentre ogni previsione è un azzardo proviamo a delineare alcuni scenari che probabilmente possono rappresentare delle prospettive per il dopo-conflitto.

A. Un movimento disarmato. Hamas è simultaneamente un movimento (violento) religioso-politico e un partito nazionale di resistenza, con uno dei due aspetti che prende il timone a seconda del contesto e delle circostanze. Se la parte della resistenza è repressa dopo la guerra, che sia attraverso la forza, che per scelta, il movimento molto probabilmente ri-orienterà le sue energie sul lato politico-religioso unitamente alla ricostruzione della sua struttura organizzativa. In questo caso una possibile versione di Hamas potrebbe essere una organizzazione non-militare che funziona come un movimento politico religioso simile ad altri partiti islamisti nella regione. Le aree di attivismo potranno includere la partecipazione alle elezioni e ai processi politici, l’impegno nelle resistenza non violenta e popolare contro Israele e sforzi per aumentare l’appartenenza al gruppo.

B. La distruzione del movimento e la nascita di più piccoli gruppi scheggia e molto probabilmente più radicali. Questo sarebbe lo scenario più oscuro per tutti, perché trasformerebbe Gaza in un’arena di caos senza fine. In questo caso conflitto e insicurezza non solo rimpiazzerebbero Hamas, ma potrebbero ripercuotersi a livello regionale a West Bank, in Israele, in Egitto e in Giordania.

C. L’indebolimento, ma non la distruzione di Hamas, che accetta una formula di divisione del potere in una Gaza post conflitto. La parte in cui si permette ad Hamas di essere parte del futuro di Gaza garantirebbe che il gruppo non adotti il ruolo di spoiler. Non è un piccolo prezzo, anzi, anche se drasticamente indebolito e militarmente neutralizzato Hamas potrebbe mobilitare efficacemente i suoi membri e rendere la vita insopportabile ad organo governante a Gaza .

Il 1 dicembre 2024, un membro dell’Autorità Palestinese conferma di un accordo preliminare tra Hamas e Fatah raggiunto a seguito di settimane di negoziazioni al Cairo. Un comitato di 12-15 membri la maggior parte di essi proveniente da Gaza. Sulla relazione controversa tra Hamas e Fatah ne scriverò nel prossimo post.

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Pubblicato Dicembre 4, 2024 da barbarafaccenda nella categoria "Conflitti contemporanei", "Medio Oriente", "Stati Uniti

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Esperto politica internazionale

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