Strage di Orlando: motivazioni personali con marchio ISIS
Riveste un’importanza vitale distinguere tra attacchi “ispirati all’ISIS” e “diretti dall’ISIS”.
La strage di Orlando sembra più il tentativo di una persona carica di odio di avere uno status, un pubblico.
Questo attacco non si inserisce nel quadro di attacchi diretti al raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione estremista, ma piuttosto come l’azione di un meschino che con il marchio ISIS ha cercato di raffigurare il suo atto come eroico.
I primi rapporti dalla strage indicano che Omar Mateen è un lupo solitario: vale a dire un individuo che è ispirato dall’ideologia di un gruppo estremista ma che non è sotto il controllo operativo dell’organizzazione. Dunque è necessario riconoscere la differenza tra attacchi “ispirati dall’ISIS” e “diretti dall’ISIS”. Gli attacchi ispirati dall’ISIS molto più probabilmente sono amatoriali.
La strage di Orlando ci mostra cosa un solitario con le giuste armi può fare, ma quando l’ISIS dirige un’attacco, come quello di Parigi, beh i risultati sono molto più sanguinosi.
Strage di Orlando: motivazioni personali sotto il marchio dell’ISIS
Ad Orlando, come a San Bernardino lo scorso dicembre, sembra proprio che l’attacco sia un misto di motivazioni personali con il marchio dell’ISIS. Dal momento che i lupi solitari operano per conto loro, le loro agende personali spesso si mischiano e confondono a quelle del gruppo estremista a cui loro dichiarano di appartenere. Dai rapporti degli investigatori sappiamo che Mateen era un omofobo: suo padre racconta che il figlio diventava nervoso quando vedeva due uomini baciarsi.
Sebbene l’ISIS non abbia mostrato particolare amicizia per gli omosessuali non sono particolarmente in alto nella loro lista, e la loro propaganda in Occidente non si è focalizzata su di loro in maniera pressante.
L’Islam utilizzato per giustificare azioni di individui sull’orlo della violenza e dargli uno status ovvero un pubblico.
La strage di Orlando sembra rappresentare la dinamica per cui l’Islam è usato da un individuo già sull’orlo della violenza per giustificare le sue azioni e dargli uno status o almeno un pubblico, come è appena successo a Mateen. La sua ex – moglie ha dichiarato che era violento nei suoi confronti e non particolarmente zelante nella fede.
Lo stile degli attacchi dell’ISIS è differente
Negli attacchi diretti dall’ISIS a Parigi abbiamo visto molteplici attentatori che lavoravano in gruppi. Il bilancio finale delle vittime, 130 ci suggerisce molto sulla loro efficacia. Alcuni dei cospiratori dell’organizzazione sono stati in grado di adottare un basso profilo e la loro connessione gli attacchi di Parigi, si è scoperta molti mesi dopo.
Sia a San Bernardino che ad Orlando, invece, il sospettato è diventato la vittima come parte della risposta all’attacco, diminuendo gli effetti psicologici che avvengono quando un attentatore attivo è ancora libero di tramare qualcosa.
I più recenti attacchi ispirati all’ISIS non mostrano una logica simile che li collega agli obiettivi dell’organizzazione (obiettivi simbolici o di importanza militare), ma piuttosto sembrano più il tentativo di un tiratore di far apparire il suo atto come eroico.
Che fare?
Fermare gli attacchi dei lupi solitari è davvero molto difficile. Viste le leggi permissive per l’acquisto di armi negli Stati Uniti, anche qualcuno come Mateen che ha presumibilmente abusato di sua moglie e ripetutamente oggetto di investigazioni dell’FBI, può comprare un’arma automatica perché non ha ancora apertamente sostenuto un gruppo estremista.
Si potrebbe promuovere un senso di resilienza e evitare di demonizzare i musulmani (in questo caso americani).
In conclusione, a mio avviso, è necessario riconoscere che individui Omar Mateen debbano essere raffigurati come persone cariche di odio e meschine, ma non come rappresentative di una minaccia più ampia tra i musulmani o come parte di complotto grandioso dell’ISIS.
*immagine: http://www.pinknews.co.uk/