Supertuesday: chi è costui?
1 marzo 2016: nella corsa alla Casa Bianca oggi è il giorno del Supertuesday. Noi cerchiamo di capire cos’è.
Noi non chiameremo Supertuesday: Supermartedì, abbiamo adottato nella nostra lingua italiana termini in inglese di ogni genere e ora non ci metteremo a tradurre un giorno della settimana. E lo scriveremo tutto attaccato, perché in fondo è un martedì super!
Supertuesday per tutti
Estraggo dal mio quaderno qualche pagina che ci aiuta a capire brevemente e chiaramente cosa è questo giorno nel processo elettorale per la presidenza degli Stati Uniti.
In questo ciclo elettorale l’inclusione di così tanti stati del Sud nel Supertuesday ha cambiato le dinamiche delle primarie dei Repubblicani e dei Democratici. Ted Cruz che vuole vincere il sostegno dei conservatori e degli evangelici, ha chiamato le SEC primary il suo “firewall”.
Nel campo dei democratici, la Clinton potrebbe accumulare un alto numero di delegati negli stati del sud, grazie al forte supporto che viene accordato dagli afro – americani.
Come si decidono i delegati nel Supertuesday?
Questo giorno elettorale potrebbe essere cruciale per candidati come la Clinton e Trump, ciò dipende dal numero di delegati che riescono ad assicurarsi. I repubblicani nel Supertuesday hanno l’opportunità di vincere metà dei 1,237 delegati di cui si ha bisogno per rivendicare la nomination. I democratici Hillary Clinton e Sanders si batteranno su più di 800 delegati, circa 1/3 dei delegati necessari per vincere la nomination.
Il Cominato Nazionale Repubblicano decise, nel 2014, che tutti gli stati che tenevano le competizioni per la nomination prima del 15 marzo assegnavano i delegati ai candidati proporzionalmente, piuttosto che sulle basi del “il vincitore prende tutto”. Questo significa che, nella maggior parte degli stati, saranno decisi basandosi sul voto complessivo di tutto lo stato oppure su chi vince in ogni distretto congressuale. I democratici seguono un’assegnazione dei delegati proporzionale.
Quali candidati partecipano?
Repubblicani: l’uomo d’affari Donald Trump, il senatore della Florida Marco Rubio, il senatore del Texas Ted Cruz, il governatore dell’Ohio John Kasich e il neurochirurgo in pensione Ben Carson.
Democratici: Hillary Clinton, ex segretario di stato e il senatore del Vermont Bernie Sanders.
Cosa ci dicono i sondaggi sul SuperTuesday?
Trump e la Clinton sembrano essere in testa in un certo numero di stati. Per i repubblicani Trump sembra che sia in testa in Virginia, Georgia, Oklahoma e Vermont. Come per il Texas, Cruz è in testa in alcuni sondaggi mentre Trump in altri quindi sembra essere una battaglia molto agguerrita. La Clinton è in testa in molti stati che voteranno oggi: Texas, Virginia, Georgia, Arkansas e Alabama. Sanders chiaramente è in testa nel suo stato il Vermont ed è vicino oppure un pochino più avanti in Massachusetts e Oklahoma.
Cosa vuol dire per i candidati questo SuperTuesday?
Una prestazione forte in questo giorno elettorale, specialmente in Texas, è assolutamente critica per Ted Cruz che ha fondato la sua campagna elettorale sul supporto dei conservatori e degli evangelici. Se Cruz non vincesse in Texas, ci sarebbero seri dubbi sulla sua possibilità di sopravvivenza nella corsa alla nomination.
Per la parte democratica, il SuperTuesday potrebbe essere il giorno in cui la Clinton sarà in grado di cementare un grande numero di delegati rispetto a Sanders.
E dopo il SuperTuesday che si fa?
Altri stati andranno al voto. Sabato sarà la volta del Kansas e della Lousiana per entrambi i partiti: poi nel Kentucky e nel Maine si terrà il caucus repubblicano e nel Nebraska il caucus repubblicano. Il Michigan e il Mississippi terranno le primarie e le Hawaii e l’Idaho il caucus l’8 marzo. Occhi puntati su grandi primarie il 15 marzo in Florida e nell’Ohio, gli stati di Marco Rubio e John Kasich.
Ed infine: